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L'abitato si è quasi tutto concentrato ai bordi della provinciale che costeggia ad ovest il Monte della Stella; solo in parte si estende lungo la Salita del Carmine, che termina col convento omonimo, lungo la quale sorgono le case gentilizie e gli antichi magazzini.
Il ricordo più antico è in un documento del 1187, in cui facendosi riferimento alla medesima strada indicata nel 1063 come via de Fageto, in cui si precisa che dall’alto del monte Cilento la strada portava a S. Maria de Cilento, cioè a quella stessa chiesa che successivamente viene menzionata più precisamente come S. Maria dei Martiri.
La Chiesa era sotto l’immediata giurisdizione dei Sanseverino baroni di Cilento, ed era il punto di convergenza delle principali strade che percorrevano l’interno del territorio. Oltre alla via de Fageto, vi confluivano anche la via di S. Arcangelo, lavia de la Valle, e la via di Laureana.
Nel 1472 i Carmelitani guidati da Giovanni de Signo costruirono nel sito l’attuale monastero, affiancandolo alla chiesa di S. Maria, che fu loro affidata nel 1477 dal vescovo di Capaccio Francesco Comite, in esecuzione di un decreto del papa Paolo V, che concesse agli stessi Carmelitani contemporaneamente anche la chiesa di S. Maria de Stella sul vertice del monte Cilento, dove dal 1444 il frate Giovanni de Signo si era ritirato in eremitaggio. Diffusasi nei dintorni la fama del santo eremita, vi fu un accorrere di fedeli al santuario sulla vetta, anche per la bolla del cardinale Colonna (15 maggio 1447) che concesse larghe indulgenze ai visitatori.
La presenza del convento e l’esistenza dell’importante nodo viario favorì qui la formazione di un borgo, detto di S. Maria dei Martiri, ma soprattutto diede impulso al costituirsi di un mercato di prodotti locali, che vi si teneva di sabato, per cui il luogo fu anche detto Forum Sabati, mercato del sabato.
Gli antichi magazzini del mercato erano di legno e poi furono costruiti in pietra. Venivano fittati ai venditori durante il mercato del sabato o nei giomi della fiera annuale di agosto, ma ben presto diventarono le abitazioni dei mercanti del luogo. Nel corso del XVII secolo durante il Forum Sabati il giudice teneva udienza e venivano eseguite le condanne capitali.
Dopo la ribellione del principe Ferrante Sanseverino (1552) e la conseguente vendita all’asta di tutti i centri della Baronia di Cilento, il borgo di S. Maria dei Martiri fu acquistato nel 1553 da Michele Giovanni Gomez insieme a Rocca, Rutino, Montecorice ed il borgo di S. Lorenzo di Laureana.
S. Maria dei Martiri, seguendo d’allora in poi le sorti di Rocca, passò nel 1577 a Paolo Bozzuto e, successivamente, a Giovan Battista Barba (1596), ad Alessandro Sanseverino (1608), ai Vitale (1624), ai Garofalo (1661) ed infine ai Granito (1738).
Dopo il passaggio ai Granito non si hanno più notizie del borgo; esso era certamente scomparso nel 1793, sussistendo nel luogo solo il mercato, alcune botteghe per il suo periodico svolgimento e qualche sparsa casupola lungo la strada, sicchè la località continuò ad essere individuata dal solo toponimo diMercato.
Proprio però verso la fine del Settecento nel sito, ancora possesso dei Granito ma sul quale vantava alcuni diritti feudali anche il marchese di Vatolla, incominciò a formarsi un più consistente centro abitato per il trasferirsi qui di gente dai centri vicini, soprattutto da Casigliano e da Vatolla.
Con l’abolizione della feudalità (1806) il piccolo centro fu incluso nel territorio di Perdifumo, ma su di esso avanzarono per lungo tempo pretese, soprattutto in merito al locale mercato, anche i comuni di Lustra e Sessa, interferendo nella questione anche Laureana e S. Mango. Alla vertenza pose fine solo il Regio Decreto del 21 gennaio 1929, che assegnò definitivamente Mercato Cilento al comune di Perdifumo.
Testi tratti da:
- P. Cantalupo e A. La Greca (a cura di), Storia delle Terre del Cilento Antico, Acciaroli, CPC, 1989, vol. II, pp. 633-736.
- P. Ebner, Chiesa, Baroni e Popolo nel Cilento, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1982, vol. II, pp. 164-166.
- Sociatour e dintorni, a cura dell' Istituto Comprensivo Basilio Focaccia - Aut. n. 153, Agropoli, Fragano, 2002, pp. 27-28.