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Nacque a Napoli il 23 giugno 1668 da un modesto libraio. Forse nel 1675, quando già aveva iniziato il corso degli studi, cadde, fratturandosi il cranio, cosicchè dovette sospendere per tre anni gli studi. Guarito, torno alla scuola, ma non frequentò mai scuole importanti ne ebbe maestri famosi. Studiò legge per volere del padre, che l'anno seguente assistito dall'avvocato presso cui faceva pratica, difese vittoriosamente in una causa.
Odiando lo strepitio del foro, oziava per Napoli e, in libreria ebbe l'occasione di parlare con monsignore Gerolamo Rocca, vescovo d'Ischia, del buon metodo di insegnare la giurisprudenza.
Conosciute le buone qualità del giovane e il suo stato di salute, gli propose di voler in segnare la giurisprudenza ai suoi nipoti ""in un castello del Cilento (Vatolla) di bellissimo sito e di perfettissimo clima, il quale era in signoria di suo fratello, il signor Domenico Rocca perchè lo avrebbe in tutto pari ai suoi figliuoli trattato ed ivi dalla buona aria del paese sarebbe restituito in salute ed avrebbe tutto l'agio di studiare. così gli avvenne perchè, quivi avendo dimorato per nove anni, fece il maggior corso degli studi suoi"" (Autobiografia).
E il Vico nella sua autobiografia racconta che soleva spesso recarsi nel vicino convento francescano dio S. Maria della Pietà, per studiare nela ricca bibblioteca dei monaci. All'ombra di una grande pianta vicino al convento era solito leggere per ore. Rimase Probabilmente a Vatolla dal 1686 al 1695, poichè egli non indica esattamente la sua permanenza nel luogo.
Nel 1695 certamente era a Vatolla in occasione delle nozze di Giulia, figlia del marchese di Vatolla Domenico Rocca, e il principe di Omignano Giulio Cesare Mazzacane. Per esse scrisse un epitalamio.
Nel 1725 pubblicò, a sue spese ""PRINCIPI D'UNA SCIENZA NUPVA INTORNO ALLA COMUNE ORIGINE DELLE NAZIONI"".
Morì a Napoli il 1744.
A Vatolla, nel 1968, in occasione del terzo centenario della nascita, il prof. Ruggero Moscati organizò un convegno internazionale, cui parteciparono molti studiosi e la popolazione locale, attratta dall'avvenimento e dalla suggestione ""religiosa"" che il nome ancora evoca. Fotocopie ancora rinvenibili nel palazzo marchesale sono prova di tale convegno.